
mercoledì 6 giugno 2007
differenti per forza...

non sparate sul pianista

Preoccupa semmai la leggerezza con cui Italease si è avventurata nella vendita di derivati-strutturati alla clientela di piccola e media dimensione. Questo sì è un grave errore, perchè il precedente di Unicredit è noto a tutti e le lezioni si potevano imparare benissimo. Ancora una volta si leggono sciocchezze sui derivati. I profitti della Banca non sono le perdite (realizzate e non) dei clienti), sono le commissioni pingui percepite nell'intermediazione dei prodotti derivati tra cliente da un lato e grossista (le grandi banche internazionali che dominano il mercato dei derivati) dall'altro. Questa, forse più che i fidi a Coppola, è la vera responsabilità dell'amministratore delegato Massimo Faenza che non si è mai domandato cosa volessero dire quei profitti straordinari che arrivavano da un'attività non tradizionale.
martedì 5 giugno 2007
le sette fatiche di Modiano

Minolfi: un banchiere a Lodi

il mistero di Arrighetti

Ora Arrighetti, dopo essere passato alla cassa e incassato l'immancabile buonauscita, (ma per i Direttori di Filiale non ci sono mai questi soldini?) è scomparso dai palcoscenici e non si conosce dove sia finito. A Parma, dove stanno ancora festeggiando la liberazione dal giogo di Banca Intesa, si sono tolti la soddisfazione di rimandarlo al mittente, facendo fare la voce grossa ai nuovi soci francesi del Credit Agricole. Di certo nessuno rimpiange i suoi metodi per così dire 'sbrigativi' con il personale, nè la politica commerciale che ha privilegiato profitti trimestrali alla crescita di lungo periodo.
non è mai troppo tardi...

E finalmente è arrivato il momento di Gianni Coriani, cha dal 1° luglio si siederà sulla poltrona di Direttore Generale di UniCredit Banca d'Impresa, sostituendo l'ultimo immortale, Mario Aramini, accompagnato alla sua seconda vita da una lauta buonuscita e dagli auguri di Danilo Coppola. Coriani con un lungo passato al Credito Italiano (chi lo avrebbe mai detto...?) è stato pazientemente in attesa di questo momento, sopportando le torture che gli sono state inflitte e il passare inesorabile degli anni. Ma ora tocca a lui sedere su una macchina da corsa che ha ben 65 miliardi di finanziamenti alla clientela e che probabilmente ingloberà la divisione corporate di Capitalia. Ora tocca a lui impostare un rinnovamento delle prime linee che Aramini aveva amministrato con grande cautela, ora tocca a lui gestire la lunga interminabile coda di contestazioni causate dall'improvvida vendita di prodotti derivati. A proposito, a chi risalgono questi contratti derivati contestati dalle piccole imprese (v. www.abusdef.it/forum) ? Alle vendite effettuate dagli uomini di Credito Italiano, proprio quando Mr.Coriani era il responsabile corporate. Un po' di giustizia non guasta...
giovedì 1 febbraio 2007
quando il gioco si fa duro...

Scriveva il 25 agosto 2006 il Sole 24 Ore:
"Sanpaolo-Intesa, accordo alla pari, fusione all'esame dei cda
Nasce la superbanca tutta italiana: è ormai una certezza la fusione «alla pari» tra Banca Intesa e Sanpaolo-Imi, che si candidano a entrare nell'empireo dei primi sei-sette istituti di credito in Europa.
Le voci si erano rafforzate grazie a un rapporto dell'advisor Citigroup consegnato all'istituto presieduto da Enrico Salza, che aveva individuato nella Ca' de Sass il partner perfetto (la capitalizzazione totale - grazie al rally borsistico post-annuncio e incluse le azioni privilegio del gruppo piemontese - è salita a 65 miliardi, oltre i 63,6 di Unicredit-Hvb) per avviare la stagione dei matrimoni nel settore del credito. Un gran passo più volte auspicato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi."
Nasce la superbanca tutta italiana: è ormai una certezza la fusione «alla pari» tra Banca Intesa e Sanpaolo-Imi, che si candidano a entrare nell'empireo dei primi sei-sette istituti di credito in Europa.
Le voci si erano rafforzate grazie a un rapporto dell'advisor Citigroup consegnato all'istituto presieduto da Enrico Salza, che aveva individuato nella Ca' de Sass il partner perfetto (la capitalizzazione totale - grazie al rally borsistico post-annuncio e incluse le azioni privilegio del gruppo piemontese - è salita a 65 miliardi, oltre i 63,6 di Unicredit-Hvb) per avviare la stagione dei matrimoni nel settore del credito. Un gran passo più volte auspicato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi."
Sono passati pochi mesi dall'annuncio e già si vedono i primi riscontri che confermano che le fusioni alla pari esistono solo nelle conferenze stampa e non nella vita reale.
Negli incontri ufficiali interni e con i sindacati parlano solo gli uomini di Banca Intesa; a quelli di SanPaolo viene messo il bavaglio, al punto che Montagnese, ex capo delle risorse umane di San Paolo IMI sbotta e il giorno dopo annuncia le dimissioni.
Tutte le posizioni di controllo interno (pianificazione, crediti, audit, risorse e informatica) sono saldamente nelle mani di uomini di fiducia di Passera. Ai torinesi, illusi di avere conquistato un posto nella storia, rimane solo il gravoso (o impossibile...) compito di estrarre più ricavi dalla fusione delle due reti. Un compito che non è mai riuscito nel breve tempo a nessuna banca nel mondo, perchè i ricavi crescono solo quando i dipendenti sono sereni e felici, non quando temono di perdere il proprio posto di lavoro. Se la Banca dei Territori non farà il miracolo è già pronto un fedelissimo di Passera a prenderne la guida sostituendo il Direttore Generale Vicario.
Iscriviti a:
Post (Atom)