
Scriveva il 25 agosto 2006 il Sole 24 Ore:
"Sanpaolo-Intesa, accordo alla pari, fusione all'esame dei cda
Nasce la superbanca tutta italiana: è ormai una certezza la fusione «alla pari» tra Banca Intesa e Sanpaolo-Imi, che si candidano a entrare nell'empireo dei primi sei-sette istituti di credito in Europa.
Le voci si erano rafforzate grazie a un rapporto dell'advisor Citigroup consegnato all'istituto presieduto da Enrico Salza, che aveva individuato nella Ca' de Sass il partner perfetto (la capitalizzazione totale - grazie al rally borsistico post-annuncio e incluse le azioni privilegio del gruppo piemontese - è salita a 65 miliardi, oltre i 63,6 di Unicredit-Hvb) per avviare la stagione dei matrimoni nel settore del credito. Un gran passo più volte auspicato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi."
Nasce la superbanca tutta italiana: è ormai una certezza la fusione «alla pari» tra Banca Intesa e Sanpaolo-Imi, che si candidano a entrare nell'empireo dei primi sei-sette istituti di credito in Europa.
Le voci si erano rafforzate grazie a un rapporto dell'advisor Citigroup consegnato all'istituto presieduto da Enrico Salza, che aveva individuato nella Ca' de Sass il partner perfetto (la capitalizzazione totale - grazie al rally borsistico post-annuncio e incluse le azioni privilegio del gruppo piemontese - è salita a 65 miliardi, oltre i 63,6 di Unicredit-Hvb) per avviare la stagione dei matrimoni nel settore del credito. Un gran passo più volte auspicato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi."
Sono passati pochi mesi dall'annuncio e già si vedono i primi riscontri che confermano che le fusioni alla pari esistono solo nelle conferenze stampa e non nella vita reale.
Negli incontri ufficiali interni e con i sindacati parlano solo gli uomini di Banca Intesa; a quelli di SanPaolo viene messo il bavaglio, al punto che Montagnese, ex capo delle risorse umane di San Paolo IMI sbotta e il giorno dopo annuncia le dimissioni.
Tutte le posizioni di controllo interno (pianificazione, crediti, audit, risorse e informatica) sono saldamente nelle mani di uomini di fiducia di Passera. Ai torinesi, illusi di avere conquistato un posto nella storia, rimane solo il gravoso (o impossibile...) compito di estrarre più ricavi dalla fusione delle due reti. Un compito che non è mai riuscito nel breve tempo a nessuna banca nel mondo, perchè i ricavi crescono solo quando i dipendenti sono sereni e felici, non quando temono di perdere il proprio posto di lavoro. Se la Banca dei Territori non farà il miracolo è già pronto un fedelissimo di Passera a prenderne la guida sostituendo il Direttore Generale Vicario.
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