
Quanti anni ha Mario Aramini, l'inossidabile direttore generale di Unicredit Banca d'Impresa? C'è chi dice 70 e chi giura abbia superato gli 80 ma che sia in buoni rapporti con il medico di Berlusconi.
Di sicuro c'è che ha l'energia di un ventenne, gestisce una banca con oltre 50 miliardi di impieghi con polso fermo e antico autoritarismo e si diverte ancora come un bambino a scorticare qualche giovane e saccente consulente che crede di insegnare il mestiere al 'Grande Vecchio' con dosi di powerpoint (tra tutti preferisce cucinare i McKinsey con le camicie bianche come il pallore del loro viso) . Passeggia a testa alta da piazza Bra a via Garibaldi nella lugubre sede della banca a Verona, con la serenità di chi ha visto la fine di eccellenti banchieri di lungo corso, i boriosi figli del Credito Italiano prima e gli schizofrenici della nidiata dei Profumo-boys dopo. Persino il potente e diabolico Pietro Modiano ha dovuto scendere a patti con Mario Aramini, dopo avere giurato di mettere fine alla dittatura.
Nemmeno le truppe tedesche e austriache lo hanno scalfito e si narra che Mario abbia costretto tutti a masticare italiano nei cantieri dell'integrazione, perchè con l'inglese 'un ci piglia..'
Lui è sempre lì, sul ponte di comando, temuto ma anche rispettato dalle sue truppe guerriere e da imprenditori con sempre poco capitale e troppi debiti.
Ora ci proverà il calmo e fermo Ogliengo a convincere Super Mario ad andare in Costa Azzurra a godersi miti giornate di sole, ma i bookmaker sono incerti sulle quote di un pensionamento a fine 2007.
Per il momento i vice direttori generali continuano ad incassare con sorrisi di circostanza le taglienti battute del terribile toscano, aspettando con pazienza il giorno della liberazione.
Quando sarà premiata la pazienza e la dedizione del sorridente Gianni Coriani, che occhieggia da oltre un anno la poltrona di Direttore Generale?
La risposta corretta è: quando lo deciderà SuperMario....
Di sicuro c'è che ha l'energia di un ventenne, gestisce una banca con oltre 50 miliardi di impieghi con polso fermo e antico autoritarismo e si diverte ancora come un bambino a scorticare qualche giovane e saccente consulente che crede di insegnare il mestiere al 'Grande Vecchio' con dosi di powerpoint (tra tutti preferisce cucinare i McKinsey con le camicie bianche come il pallore del loro viso) . Passeggia a testa alta da piazza Bra a via Garibaldi nella lugubre sede della banca a Verona, con la serenità di chi ha visto la fine di eccellenti banchieri di lungo corso, i boriosi figli del Credito Italiano prima e gli schizofrenici della nidiata dei Profumo-boys dopo. Persino il potente e diabolico Pietro Modiano ha dovuto scendere a patti con Mario Aramini, dopo avere giurato di mettere fine alla dittatura.
Nemmeno le truppe tedesche e austriache lo hanno scalfito e si narra che Mario abbia costretto tutti a masticare italiano nei cantieri dell'integrazione, perchè con l'inglese 'un ci piglia..'
Lui è sempre lì, sul ponte di comando, temuto ma anche rispettato dalle sue truppe guerriere e da imprenditori con sempre poco capitale e troppi debiti.
Ora ci proverà il calmo e fermo Ogliengo a convincere Super Mario ad andare in Costa Azzurra a godersi miti giornate di sole, ma i bookmaker sono incerti sulle quote di un pensionamento a fine 2007.
Per il momento i vice direttori generali continuano ad incassare con sorrisi di circostanza le taglienti battute del terribile toscano, aspettando con pazienza il giorno della liberazione.
Quando sarà premiata la pazienza e la dedizione del sorridente Gianni Coriani, che occhieggia da oltre un anno la poltrona di Direttore Generale?
La risposta corretta è: quando lo deciderà SuperMario....
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